Interviste ad artisti vari

Intervista a Colin Edwin – 02/10/2012

colin edwin metallic taste of blood
02/10/2012
Intervista a cura di Evaristo Salvi e Domizia Parri

English version Below

Abbiamo intervistato in esclusiva Colin Edwin, bassista dei Porcupine Tree, in occasione dell’uscita dell’album Metallic Taste of Blood nell’ottobre del 2012.

Coma Divine: Trattandosi di un progetto creato da musicisti provenienti da varie parti del pianeta, come è stato il processo di registrazione, siete stati tutti insieme in studio o avete lavorato su Internet?

Colin Edwin: Il tutto è iniziato con Eraldo Bernocchi e me che lavoravamo su alcune strutture di base insieme, che abbiamo fatto insieme in alcune sedute nel suo studio in Toscana. Ovviamente non avevamo lavorato insieme prima, quindi non avevo la minima idea dei suoi metodi di lavoro, o come avremmo potuto iniziare a comporre insieme. Si è rivelato essere un processo molto divertente, stimolante e semplice. Una volta che Eraldo e io abbiamo messo insieme alcune idee, Balazs Pandi ha concretizzato le strutture che avevamo fatto con le sue performance di batteria, registrando a Budapest, e, infine, Jamie ha registrato le sue parti di tastiera presso il proprio studio. Ho rifatto alcune delle parti di basso a casa mia, una volta che abbiamo avuto le tracce di batteria definitive.

Coma Divine: Sappiamo che il nome Metallic Taste Of Blood è un’invenzione di Balazs Pandi e subito è piaciuto a tutti voi, ma chi ha concepito l’idea della band?

Colin Edwin: Inizialmente, Eraldo ed io avevamo deciso di lavorare insieme, ma non c’era alcun piano preciso su come farlo esattamente. Una volta che ci siamo resi conto che avevamo le basi di qualcosa di valido che aveva le potenzialità per essere sviluppato, e che dovevamo coinvolgere altri musicisti per espandere le cose, Eraldo ha pensato a Balazs Pandi come batterista e Balazs, a sua volta, ha suggerito Jamie Saft. Quindi, una volta che Eraldo e abbiamo gettato le basi, abbiamo poi lasciato che gli altri due ci lavorassero, in sostanza. L’idea è cresciuta seguendo il nostro istinto. Per me il materiale musicale del disco ha sua una precisa identità, scaturita dal fatto che tutti siamo stati alla pari nel processo creativo.

Coma Divine: Il vostro è un album tutto strumentale, come pochi al giorno d’oggi, molto in contrasto con tutto ciò che è commerciale: è stata una scelta deliberata o una necessità?

Colin Edwin: Abbiamo discusso dell’opportunità magari di avere un guest vocalist su un brano o due, ma una volta che ho sentito il contributo di Jamie non ho sentito la necessità di avere un cantante. Inevitabilmente un album strumentale è più difficile da vendere, dato che la maggior parte delle persone si relazionano alla voce molto più facilmente che non alla musica da sola, ma credo che ci sia abbastanza sostanza in questo album, e una identità sonora abbastanza forte da rendere il tutto un ascolto coinvolgente anche senza avere un cantante.

Coma Divine: Ascoltando l’album si riscontrano vari generi musicali, dal metal al jazz, dub, prog, trip-hop, elettronica, ambient e così via. Sono questi, come noi crediamo, le influenze del background musicale di ciascuno di voi? Come hai fatto a gestire la coesistenza di questi generi durante la composizione?

Colin Edwin: È abbastanza evidente che noi quattro abbiamo dei background musicali decisamente diversi in quello che facciamo musicalmente, ma certamente non ho avuto alcun preconcetto iniziale, e non credo che neanche gli altri ne avessero. Non avevamo l’obiettivo cosciente di fare un album che suonasse come una cosa specifica, e non abbiamo discusso le cose troppo, né cercato di influenzarci l’un l’altro, dunque il risultato è davvero una manifestazione diretta di ciascuna delle nostre personalità, delle nostre ispirazioni individuali, ed emozioni. Ripensandoci ora, credo che avrebbe potuto andare tutto storto abbastanza facilmente, tuttavia non abbiamo dovuto sforzarci per trovare un terreno comune. Comunque, credo che tutti i generi che elenchi nella tua domanda di cui sopra sono cose che mi piace ascoltare, l’etichettatura è un problema dei giornalisti.

Coma Divine: Che genere di equipaggiamento hai usato per questo album?

Colin Edwin: Ho registrato il basso come faccio di solito, cioè prendo due segnali: uno direttamente DI dal basso e uno attraverso o un amplificatore (uscita DI dal mio EBS Fafner II in questo caso) o dal simulatore di amplificatore come il mio MicroBass II. Fondo i due insieme per avere un’idea di ciò che potrebbe funzionare in un mix, di solito uso la distorsione del segnale amplificato per dare un po’ più di presenza, ma a volte basta lasciare il suono pulito.

Ho usato principalmente uno dei miei Spector Euro 435LX, uno rosso con due linee di basso pick-up che ho preso poco tempo fa. Il mio fretless Wal appare nel brano “Schizopolis”, con corde lisce per un suono “gommoso”, e il Wal non-fretless invece si sente in “Bi-Polar” e “Twitch”Ho usato un EBS D-Phaser e Multichorus per ottenere un po’ di modulazione in alcuni punti, e un Valvedrive EBS e Multidrive e per qualche distorsione. La cosa più effettata a livello di basso è il mio assolo di basso in “Schizopolis”, che Eraldo ha sottoposto a una totale “compressione sonora”.

Su “Transverse” suono alcune frasi nell’introduzione utilizzando un EBow, con un pedale delay (a Digitech TimeBender), è una cosa che io uso molto spesso, funziona davvero bene sul basso. Ho anche contribuito con un po’ di elettronica, soprattutto utilizzando alcuni suoni synth creati con Sculpture (in Logic), in un paio di posti questi sono stati inseriti per mezzo di un filtro dei dati Boss SL20 Slicer e poi rielaborati attraverso un delay plug-in in Logic.

Coma Divine: Quanto c’è di italiano in Metallic Taste Of Blood?

Colin Edwin: Penso che sia un album che suona molto europeo, ma non riesco a quantificare esattamente il motivo.. solo una sensazione.

Coma Divine: Questo ambizioso progetto arriverà a un secondo album? E a delle date dal vivo?

Colin Edwin: L’album è stato ben accolto quindi penso che produrremo ancora un po’ di materiale prima o poi.
Dei concerti sono in discussione in questo momento, la mia sensazione è che la musica funzionerebbe molto bene in un ambiente live, quindi spero davvero che ci riusciamo.

Coma Divine: Come è andato il clinic tour in Svizzera? Si potrebbe fare qualcosa di simile in Italia un giorno?

Colin Edwin: Uno degli aspetti del suonare il basso è che raramente si incontrano altri bassisti, siccome in genere ce ne sono meno in giro, in particolare rispetto ai chitarristi, quindi essere di fronte anche a un piccolo pubblico di persone interessate a tutto ciò che riguarda il basso è una cosa rara e interessante! È stato un esercizio davvero buono per me il dover esporre i miei pensieri in merito al basso e a quello che mi piace fare con esso. Inoltre, ho finalmente avuto modo di vedere un po’ più della Svizzera, il che è stato fantastico. Mi piacerebbe sicuramente poter fare una cosa simile in Italia, forse accadrà..

Coma Divine: Una domanda che non possiamo evitare: quando torneranno in studio i Porcupine Tree?

Colin Edwin: Non c’è nessun calendario a riguardo in questo momento, quindi non lo so.

Coma Divine: Che cosa ti piace di più del nostro paese?

Colin Edwin: Ci sono un sacco cosa da amare in l’Italia: il clima, il cibo, il caffè, il paesaggio, il calore della gente.. non riesco a scegliere una cosa sola!

Coma Divine: Caro Colin, grazie per il tempo che ci hai dedicato e il tuo lavoro che noi apprezziamo molto. Un caro saluto dall’ Italia e speriamo di vedervi presto in alcuni dei vostri spettacoli dal vivo.

Colin Edwin: Grazie ragazzi! Spero che non aspetterete troppo a lungo..

colin edwin metallic taste of blood

ENGLISH VERSION

Coma Divine: This is a project created by musicians from various parts of the planet, so how was the recording process, did you meet all together in a studio or have you been in contact over the Internet?

Colin Edwin: The whole thing started off with Eraldo Bertocchi and myself working on some basic structures together, which we did together in a few sessions at his studio in Tuscany. Obviously we hadn’t worked together before, so I didn’t have any idea of his working methods, or how we might start creating together. It turned out to be a very enjoyable, inspiring and straightforward process. Once Eraldo and I had some ideas, Balazs Pandi fleshed out the structures we had made with his drum performances, recorded in Budapest, and finally Jamie recorded his keyboard parts at his own studio. I redid some of the bass parts at my own place once we had the final drum tracks.

Coma Divine: We know that the name Metallic Taste Of Blood was an invention of Balazs Pandi and it immediately appealed to you all, but who thought of the band in the first place?

Colin Edwin: Initially, Eraldo and I decided to work together, but we had no plan for how exactly we might proceed. Once we realized we had the bones of something worth developing and we should bring in other people to expand things, Eraldo had Balazs Pandi in mind as a drummer and Balazs in turn suggested Jamie Saft. So once Eraldo and I had made some basic forms, we let the other two loose on them basically. The band idea grew out of just us following our instincts. To me the material has a definite identity, carved out by everyone being quite equal in the creative process.

Coma Divine: Yours is an all instrumental album as few are released nowadays, much in contrast with all that is commercial: has this been a deliberate choice or a necessity?

Colin Edwin: We did discuss maybe having a guest vocalist on a track or two, but once I heard Jamie’s input I didn’t feel the need to get a vocalist involved. Inevitably instrumental music is a harder sell, as most people relate to vocals a lot easier than just music on it’s own, but I think there’s enough going on, and a strong enough sonic identity in the album to make the whole thing a really absorbing listen without having a vocalist.

Coma Divine: Listening to the album one comes across various musical genres, from metal to jazz, dub, prog, trip-hop, electronica, ambient and so on. Are these, as we believe, the influences of the musical background of each of you? How did you handle the coexistence of these genres while composing?

Colin Edwin: It’s pretty obvious that the four of us have vastly different backgrounds in what we do musically, but I certainly didn’t have any preconceptions at the start, and I don’t think the others did either. We didn’t set out to make an album that sounded like anything with a conscious direction, and we didn’t discuss things too much or try and influence each other, so the result is really a direct manifestation of each of our personalties, individual influences, and emotions. Thinking about it now, I guess it could have all gone wrong quite easily, but we didn’t have to struggle to find common ground. Anyway, I think all of the genres you list in your question above are things I enjoy and also listen to, the labelling is for the journalists to worry about.

Coma Divine: What equipment did you use for this album?

Colin Edwin: I recorded the bass the same way I usually do, namely I take two signals: one straight DI from the bass and one through either an amp (DI output from my EBS Fafner II in this case) or amp simulator like my Microbass II.
I blend the two together to get a feel for what might work in a mix, normally distorting the amped signal to give a bit more presence, but sometimes just leaving it clean.
I used mainly one of my Spector Euro 435LX’s, a red one with two basslines pick-ups that I got fairly recently.
My Wal fretless appears on “Schizopolis”, strung with flatwound strings for a “rubbery” sound, and my Wal fretted is on “Bi-Polar”and “Twitch”
I used an EBS D-Phaser and Multichorus for a bit of modulation in a few places, and an EBS Valvedrive and Multidrive for some distortion. The most effected thing bass wise is my bass solo in “Schizopolis”, which Eraldo put through a complete “sonic mangle”
On “Transverse” I play some phrases in the intro using an ebow, with a delay pedal ( a Digitech Timebender) it’s something I now use quite frequently, it works really well on bass.
I also contributed some electronics, mainly using some synth sounds created Sculpture (in Logic), in a couple of places these were fed through a Boss SL20 Slicer and then reprocessed through a delay plug-in in Logic.

Coma Divine: How much of Italian is there in Metallic Taste Of Blood?

Colin Edwin: I think it’s a very European sounding album, but I can’t quantify exactly why.. just a feeling.

Coma Divine: Will this ambitious project go on to a second album? And maybe live dates?

Colin Edwin: The album has been well received so I think that we’ll do some more material at some point.
Live dates are being discussed at the moment, my feeling is that the music will work very well in a live environment, so I really hope we can make it happen.

Coma Divine: How was the clinic tour in Switzerland, and you could do something like that in Italy one day?

Colin Edwin: One of the things about playing bass is that you rarely meet other bass players, as generally there are fewer, especially compared to guitarists, so to be in front of even a small audience of people interested in all things bass is a rare and interesting thing! It was really good exercise for me to have to articulate my own thoughts about the bass and what I like to do with it. Also, I finally got to actually see a bit more of Switzerland too, which was great. I would certainly be up for doing a similar thing in Italy, maybe it will happen..

Coma Divine: A question that we can’t avoid: when will Porcupine Tree be back in the studio?

Colin Edwin: There’s no timetable at the moment, so I don’t know.

Coma Divine: What do you love most about our country?

Colin Edwin: There’s a lot to love about Italy: the climate, the food, the coffee, the scenery, the warmth of the people..I can’t pick just one thing!

Coma Divine: Dear Colin, thanks for your time and your work that we very much appreciate. A warm greeting from Italy, a hug to your three children and hope to see you soon at some of your live shows.

Colin Edwin: Thanks guys! I hope it won’t be too long..