Trascrizione dell’intervista tenuta esclusivamente per Coma Divine da Steven Wilson a Milano il 23 gennaio 2013.
Coma Divine: Da dove vengono le storie di fantasmi dei testi di “The Raven That Refused To Sing“? Il corvo ha qualche significato speciale?
Steven Wilson: La canzone “The Raven That Refused To Sing” è basata su una storia breve, alcune delle canzoni sono effettivamente scritte come racconti e appariranno nell’edizione speciale dell’album. Questa storia è quella di un vecchio che quando era un bambino aveva una sorella, che morì quando era molto giovane. Quest’uomo non è mai stato in grado di riaversi dalla perdita di sua sorella e non ha mai avuto un altro rapporto con un altro essere umano. Ora è vicino alla fine della sua vita: un uomo molto triste e vecchio e solo. Un corvo inizia a visitare il suo giardino, e per lui il corvo diventa come un simbolo o una manifestazione di sua sorella morta. Quando era molto giovane e aveva paura, sua sorella cantava per lui, per calmarlo, e nella sua ignoranza, ora lui crede che il corvo possa cantare. Nella sua mente, egli ritiene che se riesce a farlo cantare, ciò sarebbe per lui la prova che si tratta di sua sorella ritornata da lui, alla fine della sua vita. C’è un finale per questa storia che non voglio ancora rivelare.
Coma Divine: Hai preso quelle storie da libri, o film o.. ?
Steven Wilson: Questa canzone in particolare, “The Raven”, era basata su un’idea di Hajo Mueller, l’artista che ha illustrato l’edizione speciale. Non so dove ho preso le altre idee. Naturalmente, nulla viene dal nulla, si è sempre influenzati da un’idea di un libro o di un film, ma a volte non ricordo da dove ho preso queste idee. Esattamente come per la musica. Ci sono tre racconti nel libro dell’edizione speciale. Uno si basa su “Luminol”, uno è basato sulla title-track e l’altro si chiama “The Birthday Party”, che è una canzone che non è finita sull’album, ma la storia c’è ancora. Sono tutti classiche storie soprannaturali di fantasmi.
Coma Divine: Tu e il fotografo Naki Koyoumtzsis avete scattato le foto promozionali in una sorta di maniero in Oxfordshire, il luogo è legato all’idea dell’album?
Steven Wilson: Volevamo fare la sessione fotografica non necessariamente in una casa infestata, ma in un posto dove ci fosse comunque un senso della storia, il senso del passato, questo tipo di sensazione classica.
Coma Divine: Questa volta i musicisti che hanno lavorato per l’album erano gli stessi con cui sei stato in tour, per cui deve essere stato facile per te registrare con loro?
Steven Wilson: Sì. Non solo per questo, ma anche perché ho scritto la musica.. non durante il tour, perché non ci riesco, ma l’ho scritta conoscendo i musicisti che l’avrebbero suonata, il che è un processo molto diverso da quello che ho usato in precedenza , sui miei altri album, per i quali ho scritto la musica e poi dopo ho pensato, ok, chi chiamo per suonarla? Questa volta conoscevo la band e sapevo che hanno una sorta di alchimia, sapevo che cosa sono capaci di fare e così ho scritto con la loro personalità musicale in mente. Questo ha reso tutto più.. non direi facile, perché non è mai facile per me scrivere musica, ma l’ha reso più semplice nella mia mente. Conoscevo la loro personalità e questo l’ha reso un processo agevole.
Coma Divine: Perché dici che non è mai facile per te scrivere musica?
Steven Wilson: Trovo davvero difficile scrivere. Trovo che la registrazione è molto divertente, mentre la scrittura è molto.. dolorosa. Guardi una pagina vuota, ed è.. davvero difficile creare qualcosa dal nulla. Io non credo che sia facile per nessuno.
Coma Divine: Ma se sei ispirato da qualche grande idea, questo non ti rende più facile lo scrivere?
Steven Wilson: Le grandi idee sono difficili da trovare, però. Penso che quello che da cui di solito parto, sia il rubare da qualcos’altro. Quindi, in questi casi quello che mi ha fatto iniziare a scrivere è stata l’idea delle storie di fantasmi, il leggere storie di fantasmi.. bisogna essere ispirati e prendere qualcosa da qualcosa che già esiste: ok, ho intenzione di rubare questa idea, ma ho intenzione di farla mia. Non c’è eccezione. Ma tuttavia, non è facile!
La scrittura è sempre la cosa più difficile per me. So che la gente pensa che io componga tutto il tempo, ma non è vero. Voglio dire, questo album è probabilmente l’unica cosa che ho scritto in circa un anno, l’ultima era stata Storm Corrosion. E’ stato più facile allora perché eravamo insieme io e Mikael Akerfeldt, scrivevamo insieme. L’ultima volta che ho scritto da solo è stato per Grace For Drowning, che era due anni prima. Quindi non scrivo spesso, e quando lo faccio è sempre un parto difficile. Una volta che ho due o tre canzoni, allora riesco a procedere, ma scrivere il primo brano è sempre difficile, e non so da dove mi viene.
Coma Divine: L’album sembra influenzato da diversi generi musicali, molto ben amalgamati. Questo “miscuglio” è venuto naturale, per te e la band?
Steven Wilson: Penso che sia qualcosa che viene molto naturale, perché in primo luogo, il gruppo è composto da musicisti provenienti da esperienze molto diverse. Abbiamo Adam Holtzman e Theo Travis che sono musicisti jazz, abbiamo Nick Beggs da un background pop, Marco e Guthrie che sono musicisti rock, e, naturalmente, anch’io sono un musicista rock. In secondo luogo, non è una cosa a cui penso. Penso che quando ti piacciono molti tipi di musica come a me (progressive, jazz, musica elettronica, drone, musica rumorosa, metal..) essi sono tutti dentro di me, in modo che tendono tutti a venire fuori quando scrivo, in modo molto naturale, intuitivo. Non è che mi siedo e dico, okay, nell’album avremo il 20% jazz, prog per il 30%, e così via. Si tratta solo della mia personalità musicale. Questi ragazzi hanno la loro personalità musicale a loro volta, in modo da aggiungere qualcosa di loro al suono, e il risultato è quello che si sente, e non è qualcosa di cui abbiamo parlato o intellettualizzato. Conosco le loro personalità musicali e la mia, quindi avevo un’idea abbastanza precisa di come sarebbe venuto fuori l’album.
Coma Divine: Cosa puoi dirci di Alan Parsons e del suo contributo? Ha anche suonato la chitarra haw haw per l’album..
Steven Wilson: Dovrete scoprire da soli cos’è la chitarra haw-haw (è un effetto in stile Pink Floyd, noto anche come “il suono dei gabbiani”, n.d.r.). Volevo che il disco.. ok, devo andare ancora più indietro. Per me e per un sacco di gente, l’epoca d’oro della musica rock sono gli anni Settanta. Non è solo la musica o l’ispirazione, è qualcosa nel suono di quegli album. Una specie di qualità organica nel modo in cui suonavano gli album negli anni Settanta, che ho sempre amato e ho sempre cercato di tornare a quel tipo di approccio pre-digitale, pre-computer nella realizzazione di dischi. Naturalmente lavorando sui cataloghi di King Crimson e Jethro Tull, ciò mi ha portato più vicino alla comprensione di come si facevano allora gli album. Quindi, per questo album ho voluto lavorare con qualcuno che sapeva come fare e che in realtà aveva davvero lavorato su degli album in quell’epoca. E infatti Alan ha fatto quello che molti pensano sia il miglior album con il miglior suono in assoluto, “Dark Side Of The Moon” dei Pink Floyd. Perciò Alan era in cima alla mia lista. Avevo una lista di circa tre persone, e per fortuna Alan sapeva chi ero e lui era già una specie di mio fan, e ha accettato di farlo, e ha fatto un ottimo lavoro.
Coma Divine: Ci sono brani che non ce l’hanno fatta a entrare su questo album, ma che usciranno più avanti? Hai già citato “The Birthday Party”.
Steven Wilson: C’è solo una canzone che ho registrato con la band, ma ci sono due o tre altre canzoni che ho scritto, che non ho registrato. Verranno fuori, si’. Credo che faremo qualcos’altro più avanti nel corso dell’anno, forse un EP. “The Birthday Party” è un brano fantastico, mi piace molto, ma non è abbastanza in linea con il resto. E abbiamo voluto mantenere l’album breve, non troppo lungo.
Coma Divine: Abbiamo intervistato Guthrie Govan di recente, e ci ha detto che lo hai incontrato ad un concerto e lo hai chiamato nella band. Com’è andata?
Steven Wilson: Sono andato a vedere uno spettacolo in cui Guthrie suonava con gli Aristocrats, ci ero andato per vedere Marco Minneman. Guthrie lo conoscevo già, ma non avevo capito quanto fosse bravo fino a quando l’ho visto in quello show. Il fatto è che io non sono il tipo di persona che è impressionato dal suonare veloce, ma lui ha suonato alcune cose che erano così belle, che ho capito subito che lui avrebbe potuto portare la mia musica ad un livello superiore. Nel frattempo avevo avuto Aziz Ibrahim, Niko Tsonev, e sono tutti grandi chitarristi. Ma credo che ero ancora alla ricerca di qualcosa di più magico, e Guthrie è stato la persona giusta, infatti ha suonato incredibilmente bene nel nuovo album.
Coma Divine: E inoltre tu hai suonato il basso su un brano.
Steven Wilson: Sì, su The Holy Drinker, in modo che Nick potesse suonare contemporaneamente il Chapman Stick, perché abbiamo suonato tutto dal vivo in studio. Mi piace suonare il basso, è divertente.
Coma Divine: Hajo Mueller ha lavorato un sacco per l’edizione speciale dell’album, e Lasse Hoile cosa sta facendo?
Steven Wilson: Lasse sta facendo un sacco di film per lo spettacolo, che sarà un misto di lavoro di animazione e film. Ma ero molto deciso che l’artwork per questo album sarebbe stato di illustrazione, non fotografia, perché volevo che il libro dell’edizione speciale fosse il tipo di cosa che si poò trovare in una libreria di seconda mano, quando da un angolo polveroso si tira fuori un libro che sembra del secolo scorso, di queste storie di fantasmi classiche. Così ho voluto che l’album avesse questa qualità da illustrazione di una favola. Si tratta di un cambiamento, ma Lasse è ancora molto coinvolto nello spettacolo dal vivo.
Coma Divine: Il lavoro di Hajo Mueller sull’edizione speciale di The Incident è stato molto diverso.
Steven Wilson: Lui riesce a fare tante cose diverse, a cambiare stile con facilità … ha molto talento.
Coma Divine: Hai intenzione di registrazione di un DVD live durante questo tour?
Steven Wilson: Non ci ho pensato. Abbiamo appena fatto un Blu-Ray live, dopo tutto. Forse, vedremo, magari più avanti nel corso dell’anno. Ho sempre amato concentrarmi su una cosa alla volta, quindi in questo momento si tratta di ottenere il miglior suono e spettacolo live che possiamo. Se lil tour in Europa, Nord e Sud America va bene, si potrebbe filmare uno spettacolo nella seconda parte del tour, più tardi nel corso dell’anno.
Coma Divine: Stai già pianificando di comporre o di dedicarti a dei mixaggi?
Steven Wilson: Entro in modalità di scrittura solo una volta ogni due anni circa. Quindi non accadrà quest’anno. Ho un sacco di altre cose in corso. Tanti progetti, più dei remix da fare, di musica di repertorio, album classici. Non posso dire quali saranno, perché spetta alle case discografiche e agli artisti annunciarlo. Più faccio mixaggi, più me ne richiedono. E per me è grandioso. Potrei magari comporre con Tim Bowness per i No-Man, staremo a vedere.
Coma Divine: C’è un aspetto accentuato di improvvisazione nella tua band solista. Possiamo definire questo una evoluzione nel tuo modo di essere un musicista?
Steven Wilson: Ebbene, nei primi periodi dei Porcupine Tree c’era un sacco di improvvisazione. Brani come Moonloop erano quasi del tutto improvvisati, e anche Radioactive Toy.. poi la musica è diventata più strutturata ed è più incentrata sulle canzoni e meno sulle strumentali, e le canzoni sono diventate le stesse ogni serata, che ha il suo vantaggio ma d’altra parte non è così interessante. Quindi, e mi piace, questa band è quasi un ritorno ai Porcupine Tree dell’inizio, quando c’era molta improvvisazione e ogni serata poteva essere diversa. E’ più interessante per me, per i musicisti e per i fans, anche. Le persone che vengono a più di uno spettacolo in questo tour si troveranno due spettacoli completamente diversi.
Coma Divine: Questo è grandioso per i fans dei “bootleg”.
Steven Wilson: Lo so.
Coma Divine: Potresti prendere in considerazione di pubblicare interi live, come fanno i Marillion, Peter Gabriel, i Pearl Jam, per esempio?
Steven Wilson: Sono troppo un maniaco del controllo per questo, non potrei far pubblicare un live di cui non sono al 100% soddisfatto. Quando faccio uscire un album dal vivo, deve essere una buona rappresentazione di me. Quindi preferirei prendere le parti migliori e assemblarle, da vari spettacoli. Il fatto è che i fans troveranno i bootleg comunque. E questo è parte del divertimento di essere un fan.
Coma Divine: Come hai scelto il materiale dei Porcupine Tree che suonerai in questo tour?
Steven Wilson: Non posso dire qual è, naturalmente, ma quello che ho detto a proposito della prima era dei PT e dell’improvvisazione è legato a questo. C’è una canzone particolare, e potrei anche averla già menzionata, che mi sembra particolarmente adatta da suonare dal vivo ora. E viene da quel momento in cui i PT erano ancora un progetto solista, quindi in un certo senso è ancora una traccia solista. Ecco, questi sono già due motivi, e ora dovete indovinare di quale brano si tratta.
Coma Divine: Hai anche intenzione di suonare dal vivo del materiale inedito?
Steven Wilson: Non per la prima parte del tour. La prima parte sarà tutto il nuovo album, con alcuni brani dei precedenti due dischi, ma abbiamo questo pezzo, “The Birthday Party”, che stiamo pensando di suonare nella seconda parte del tour. Mi piace avere materiale fresco. Quando con i PT stavamo per fare Fear of a Blank Planet abbiamo suonato quasi tutto l’album dal vivo ben prima di registrarlo. E’ fantastico per i fans ed è anche interessante per la band. Mi piaceva suonare Luminol. Quindi è qualcosa che mi vedrete fare di nuovo, ma in questo tour, si tratta di presentare innanzitutto The Raven.
Coma Divine: Ci sono piani per realizzare un modello di chitarra a tuo nome, una ‘signature guitar’?
Steven Wilson: Me lo hanno chiesto, il fatto è che io non so niente di chitarre, non sono davvero la persona adatta per la progettazione di una chitarra firmata. La chitarra per me è uno strumento, ma se mi chiedi che tipo di pick-up voglio sulla mia chitarra, non avrei idea. Ma se qualcuno mi dicesse, abbiamo progettato questa chitarra con te in mente, e ci piacerebbe mettere il tuo nome su di essa, sicuramente lo prenderei in considerazione. Ma questo non è mai successo. Mi è stato chiesto di collaborare per creare un modello di chitarra a mio nome, ma ho rifiutato perché non ne so abbastanza per essere in grado di farlo.
Coma Divine : Forse un banco di mixaggio a tuo nome sarebbe più adatto?
Steven Wilson: Una cosa che in effetti sto realizzando quest’anno è uno strumento virtuale, uno strumento software per una società denominata EastWest a Los Angeles, che è dove abbiamo registrato l’album, e il software avrà un sacco di miei suoni tipici, suoni che si ascoltano nei i miei dischi e che saranno parte di questa biblioteca sonora virtuale. Quindi, se si acquista quella biblioteca, sarete in grado di creare musica con i miei suoni. Questo è il tipo di cosa che trovo più adatto per me, mi piace. Questo software è pensato per le persone che fanno musica per la TV e film, e contiene un sacco di suoni oscuri, perché sono i miei tipici suoni.
Coma Divine: Notizie recenti su sparatorie nelle scuole fanno venire in mente il concept di Fear Of A Blank Planet e simili soggetti dei tuoi testi.
Steven Wilson: Questa è la domanda principale, credo, ossia: come fa qualcuno ad arrivare mentalmente ad un punto in cui sta per uccidere dei bambini? Se avessi una risposta forse potrei fare lo psichiatra. Non ho una risposta, io non credo che nessuno possa capire, ma è per questo che scrivo canzoni. Scrivo canzoni che parlano di serial killer e così via, perché non capisco. Ed è un modo per cercare di elaborarlo, di riflettere su come il mondo è, purtroppo, perché non è un posto molto bello. Tutti cercano di capire il mondo, e per le persone che scrivono, libri o musica, questo è il loro modo di elaborare.
Coma Divine: Quali sono i tuoi piani per quanto riguarda PT e Blackfield?
Steven Wilson: Non ho alcuna intenzione precisa.. per i Blackfield, c’è questo nuovo disco in arrivo, io non sono così coinvolto in esso come sono stato nei primi tre, ma Aviv ha scritto un grande album, e l’ho aiutato a farlo, l’ho prodotto e mixato, ho cantato e suonato su di esso: è pronto, e uscirà a maggio. È più un disco di Aviv che mio, proprio come l’ultimo (Welcome To My DNA), prosegue la tradizione, diciamo. Per quanto riguarda i Porcupine Tree, non ho alcuna intenzione definita, la band non si è sciolta o altro, ma allo stesso tempo, la band non sta facendo nulla. È.. lì, c’è ancora.
Coma Divine: Hai ascoltato i progetti solisti dei membri dei PT, come “Metallic Taste Of Blood” con Colin Edwin?
Steven Wilson: No, non l’ho ascoltato e in effetti non ho visto Colin per circa un anno. Ho sentito l’album di Richard Barbieri con Steve H, “Not The Weapon But The Hand”, è un disco fantastico, davvero un bellissimo disco.