Intervista a cura di Coma Divine, a Marco Minnemann al concerto degli Aristocrats presso la Centrale Montemartini, Roma tenutosi il 20 ottobre 2012.
Coma Divine: Come sta andando questo tour con gli Aristocrats e come avete scelto il vostro nome?
Marco Minnemann: Il tour finora sta andando molto bene, siamo partiti dalla Svezia e poi abbiamo girato tutta l’Italia, siamo stati anche in Sardegna, Sicilia, fino ad arrivare a Roma e poi andremo anche a Milano, Nizza, ovunque, per poi dirigerci verso le Canarie, Germania, Olanda e così via!. Il nostro nome è legato ai nostri pezzi, poichè ne abbiamo alcuni con titoli “spinti”. Ad esempio una canzone si chiama “Sweaty Knockers” che significa.. beh.. cercatela su google e scoprirete cosa significa. Un’altra è “Blues Fuckers” che ha un’espressione esplicita nel titolo, ed è anche la storia che viene da un pezzo che si chiama “Boing, I’m in the back” che è abbastanza osè. A questo punto abbiamo deciso di inventarci questo nome.. e mi pare che ci sia un film su queste barzellette volgari che sono chiamate “The Aristocrats”. Ecco perchè ci chiamiamo così.
Coma Divine: Solo pochi giorni fa eri in studio di registrazione con Steven Wilson per il suo ultimo lavoro (The Raven That Refused To Sing), come vi siete organizzati?
Marco Minnemann: Benissimo, abbiamo Alan Parsons, che è una leggenda. L’atmosfera è molto buona. Abbiamo suonato esclusivamente dal vivo, abbiamo fatto alcune sovraincisioni, ma per la maggior parte l’atmosfera era “live, penso sia un lavoro incredibile. Io vivo a Los Angeles e il fatto di essere in studio lì è un’ottima cosa perciò abbiamo registrato in questo “West Studio”, che è uno meraviglioso studio di registrazione e visto che è dietro l’angolo, tutti hanno potuto provare i pezzi e non ci sono voluti più di cinque o sei giorni. E questo è stato il tempo in cui abbiamo completato la registrazione.
Coma Divine: Cosa ne pensi di questo vostro nuovo album con Steven rispetto ai precedenti due?
Marco Minnemann: Direi che è più “vivo” ci sono dei pezzi più veloci e ce ne sono altri più tecnici. Alcune cose sono più fusion, altre più proggy, altri pezzi anche un po’ ambient, come qualcosa nei precedenti album. Nell’insieme direi che l’energia è più intensa.
Coma Divine: Ti sei sentito subito a tuo agio quando hai iniziato a suonare con Steven?
Marco Minnemann: Quando ci siamo conosciuti.. beh, ci siamo incontrati lo scorso anno.. ci siamo fatti una bella chiacchierata sulla musica e ascoltiamo parecchie cose simili. Certo, differiscono tra loro, però abbiamo lo stesso linguaggio e la stessa idea della musica e quindi è stato molto semplice essere d’accordo. Poi un’altra cosa che apprezzo è che Steven.. come dire.. ha molto talento nello scegliere i musicisti e dare loro il giusto spazio. Non ci da quasi mai restrizioni e quasi mai critiche; è come dire: “ok fallo, si va bene” Cosa che a me piace molto!.
Coma Divine: Steven ha dichiarato che avete registrato “alla vecchia maniera”. Ci sono delle parti improvvisate?
Marco Minnemann: Si, ci sono delle parti improvvisate, ce ne sono altre più strutturate e poi ancora altre dove si può respirare e nelle quali possiamo suonare, quasi come una jazz band. E questo è molto divertente. Un esempio potrebbe essere la canzone “Luminol”, che voi ragazzi conoscete, e questo è il perfetto esempio di quello che sarà il nuovo album: molta energia, molte parti nelle quali siamo liberi di suonare, per poi tornare all’arrangiamento iniziale. Mi piacciono queste cose.
Coma Divine: Non sei semplicemente un batterista, quali altri strumenti suoni?
Marco Minnemann: Ho iniziato a suonare l’organo quando avevo 5 o 6 anni, poi più tardi la chitarra e la batteria, cerco di fare del mio meglio.. Poi scrivo, ho sempre scritto musica ed è molto interessante. Vedo me stesso come un compositore e anche quando suono la batteria, cerco sempre di “riempire” gli spazi vuoti con gli strumenti giusti rendendo il tutto molto organizzato suppongo.
Coma Divine: Hai dato un contributo in più oltre alla batteria?
Marco Minnemann: Per Steven io sono il batterista, sono solo il batterista in quel contesto. Ma è comunque divertente perchè ho sempre la mia libertà di suonare. Mentre per le mie produzioni è diverso, perchè è come fosse il mio “bambino”. Io scrivo, poi suono i pezzi di chitarra, aggiungo la batteria e quindi vuol dire moltissimo per me. Lo stesso vale per gli Aristocrats. Siamo tutti dei compositori. Perciò sai, c’è una grande differenza e anche la cura che metti è diversa.
Coma Divine: Avete previsto un tour di seguito?
Marco Minnemann: A marzo ci sarà il tour europeo e poi ci sarà anche qualche data americana, qualche festival, forse anche l’Australia e il Giappone. Staremo a vedere. Comunque sarà un grande tour.
Coma Divine: Come è stato lavorare con Alan Parsons?
Marco Minnemann: È stato magnifico, perchè sai, mio padre, beh, i miei genitori che erano fans di quella musica, quando ero piccolo avevano dischi di Alan Parsons, dei Pink Floyd e quindi anche io ho iniziato ad ascoltare quel genere di musica molto presto. Per questo lavorare con lui è stato bellissimo e poi lui è un bravissimo tecnico del suono. Proprio il modo in cui abbiamo lavorato è stato stupendo. Molto “easy going” devo dire. Anche durante il soundcheck era tutto molto in favore della musica: c’era molta complicità, tutto molto in sincronia. Lui sa bene quello che fa, e questo aiuta. Quindi si, davvero una bella esperienza e poi un bravissimo ragazzo, un tipo tosto.
Coma Divine: Dall’ultimo Tour con Steven, Lasse Hoile ha registrato e diretto la data in Messico, regalandoci un bellissimo DVD. Quali sono le tue impressioni su “Get All You Deserve”?
Marco Minnemann: Un DVD è qualcosa di molto complicato. Penso sia molto bello, ma anche che sia uno strano “animale” sai.. perchè mentre registri stai sempre a pensare alle telecamere e quindi devi cercare di non farci troppo caso, concentrandoti sulla tua performance, senza pensare “Ci stanno riprendendo, ci stanno riprendendo”. Quindi un po’ per tutti noi è stata una situazione abbastanza tesa e pensi alle cose del tipo “speriamo che vada tutto bene”. Vederlo ora che è finito devo dire che non è per niente male. Quindi a me piace molto.
Coma Divine: Qual’è il genere musicale in cui ti rispecchi di più oggi?
Marco Minnemann: Penso che uno possa suonare qualunque cosa ami e per me i generi sono molti e differenti. Mi piace la musica rock, pop.. Ad esempio band come Led Zeppelin, Queen, che è un rock molto elaborato o i Police. Ma mi piacciono anche produzioni pop elaborate come quello che suonavano gli XTC. Oppure il metal: per esempio gli Slayer, Metallica, Iron Maiden, Judas Priest, davvero molto potenti. Poi mi piacciono i compositori. Come il compositore giapponese Ryuichi Sakamoto che è molto raffinato. O Frank Zappa, che è uno dei miei eroi; sono cresciuto con la sua musica e i suoi lavori.. Prince, ad esempio, mi piace anche quel genere. Questo accade quando ascolti la mia musica, cioè puoi avvertire diverse influenze: dal punk, alla composizione modern classic. Non ho veramente un genere musicale preferito.. non saprei dire.. non c’è solo l’hamburger, mangio anche sushi.. Sai, quelle cose che dici.. cosa ascoltiamo oggi.. Oggi nel pullman con Guthrie, lui seduto qui e io qui, durante questo tour, ci scambiamo gli iPods con buona musica, ora stiamo ascoltando Frank Zappa, oppure Popul Vuh, che era un compositore francese.. o tedesco che è scomparso qualche anno fa, ed è una musica molto “Ambient”. Una sorta di composizione molto dark.. E che altro ascoltiamo.. che abbiamo ascoltato sull’iPod? Era qualcosa.. vediamo.. uh, non so, ma sai la strada da percorrere è tanta e ci ascoltiamo ciò che sentiamo nelle nostre “corde”. La maggior parte delle volte è roba elaborata, che ci colpisce entrambi.. Io sono del tipo.. Ad esempio, quando ascolti il mio precedente cd “Evil Smiles of Beauty” che poi è molto dark. E anche l’ultimo CD lo è. Beh, sono un tipo a cui piace creare atmosfere misteriose piuttosto che divertenti. Mi piace suonare la batteria e divertirmi, ma quando scrivo mentalmente preferisco dirigermi verso una zona che è più ricca e misteriosa.
Coma Divine: Cosa ti piace dell’Italia?
Marco Minnemann: Il cibo, le ragazze, strani musei. È l’unico posto in cui possiamo suonare stasera e il suono risulta disperso. Ma a parte questo, mi piace molto questo paese. La gente con noi è molto amichevole ed ho imparato.. molte parolacce (ride) che è anche interessante.